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Il Camino de Santiago
in bicicletta con un bimbetto
01. Autunno 1998
02. Sosta a Burgos
03. Un rifugio per pellegrini
04. Roncisvalle, siamo già nella storia medievale
05. La solitaria basilica di San Juan de Ortega
06. Arrivo a Santiago
07. Sulla strada

Autunno 1998

Il Camino de Santiago ci attirava da più di qualche anno. Con un gruppo di amici progettavamo di percorrere in bicicletta l'itinerario dello storico pellegrinaggio di quasi 700/800 chilometri, dal versante francese dei Pirenei a Santiago di Compostela, capoluogo della regione spagnola della Galizia.
Nel frattempo è arrivato Valentino e con lui le prime defezioni degli aspiranti pellegrini. Quando il gruppo s'è ristretto a noi tre, ci siamo detti: "Perché no?"
Abbiamo fatto un bilancio, calcolando le possibili difficoltà, la lunghezza del percorso e la giovane età del nostro frugoletto. Ci siamo guardati negli occhi ed abbiamo deciso che, con un'attrezzatura adatta il Cammino di Santiago era un' avventura possibile.
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Sosta a Burgos

Cominciammo a studiare i trailers portabambini, scegliendo infine quello che ci sembrava più sicuro (baricentro basso, attacco di sicurezza antiribaltamento...), con il miglior spazio cargo, telaio di alluminio e facilità di smontaggio. In occasione di un viaggio negli USA comperammo un BURLEY (Burley d'Lite) a due posti, dotato di copertura leggera (con zanzariera) o impermeabile contro la pioggia ed il vento.
Al momento di partire, Valentino non era ancora in grado di stare seduto autonomamente. Seguendo un consiglio ricevuto via Internet, fissammo all'interno del trailer un seggiolino da macchina di polistirolo ad alta densità (leggerissimo, reperito in Inghilterra).
Qualche passeggiata ed un week-end di prova in Toscana ci convinsero della sicurezza del mezzo.
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Un rifugio per pellegrini

Come abbigliamento comperammo tutine di pile (fleece) per corrispondenza, da ditte straniere con cataloghi molto forniti di attrezzature per bambini.
Ipotizzavamo di dormire nei Rifugi per pellegrini, disseminati lungo il percorso. Sapevamo che avremmo trovato sistemazioni molto semplici. La nonna inventò e costruì un lenzuolo a sacchetto, con cerniere, per evitare che Valentino potesse cadere da un letto senza sponde, dal momento che, supponevamo, non avremmo trovato culle.
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Roncisvalle, siamo già nella storia medievale

Prima tappa

All'arrivo dell'autunno (stagione scelta per evitare gli affollamenti ed il calore dell'estate) Valentino avrebbe avuto 6 mesi e mezzo. Decidemmo di mantenere l'allattamento esclusivo al seno fino alla fine del viaggio, aspettando a proporre qualsiasi cibo solido.
Avevamo progettato una pedalata di 15 giorni, ma abbiamo finito per dedicarvi 3 settimane.
Quando siamo partiti, non sapevamo se saremmo mai arrivati: eravamo disposti a rinunciare se ce ne fosse stato il bisogno. Invece poi, affrontando il viaggio giorno dopo giorno, chilometro dopo chilometro, le difficoltà ci apparivano simili a quelle di una passeggiata.
Anche se non sono mancati i momento difficili, come una discesa lunga 20 chilometri, da 1300 metri di quota (El Cebreiro), in un gelido giorno di pioggia o un vento contrario a volte così forte da rendere difficile perfino l'equilibrio sulla bicicletta. Inoltre ci è accaduto talvolta che Valentino chiedesse una sosta per mangiare od essere cambiato proprio in momenti così critici. Generalmente in queste situazioni riducevamo la lunghezza delle tappe.
L'elasticità organizzativa è stata una delle chiavi della perfetta riuscita del nostro viaggio.

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La solitaria basilica di San Juan de Ortega

"Està como un rey!" dicevano gli spagnoli vedendo Valentino sorridere, comodamente seduto nel carrello porta bambini (carrito per gli spagnoli). Lungo il percorso dormiva cullato dalle leggere vibrazioni del moto oppure giocava armeggiando con oggetti vari, anche nelle condizioni meteorologiche più avverse. Le soste erano frequenti, per permettergli di "sgranchire" un po' le gambette, per qualche coccola o per un po' di latte di mamma. Durante le soste nei rifugi per pellegrini Valentino era al centro dell'attenzione, coccolato e vezzeggiato da tutti: quasi una mascotte del Camino de Santiago!
Nel complesso la vita movimentata all'aria aperta, con la presenza continua di mamma e papà, lo ha reso più allegro, facendo quasi scomparire la necessità di piangere.
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Arrivo a Santiago

L'allattamento si è rivelato una grande agevolazione: il latte di mamma è un cibo caldo sempre a disposizione anche nei giorni freddi, una consolazione efficace per bimbi affranti, un sonnifero naturale per la sera, una protezione di anticorpi contro le malattie. Imparare ad allattare con discrezione ha aumentato le nostre libertà. Raffa ha allattato ovunque: per strada, al ristorante, in chiesa.
L'avere con noi Valentino durante il viaggio ci ha spesso facilitato.
Abbiamo ricevuto appoggi ed aiuti grazie alla sua simpatia.
In un freddo giorno di pioggia ci è stato aperto il rifugio con due ore di anticipo solo perché Valentino doveva mangiare.
Non siamo mai usciti da un negozio senza un dolcetto offerto a Valentino.
Un hospitalero (gestore volontario di un rifugio per pellegrini) è arrivato addirittura ad offrirci una ricchissima colazione pur di trascorrere ancora qualche mezz'ora con Valentino.
Al ristorante non è mai stato un problema intrattenere Val, dal momento che puntualmente la cameriera di turno lo prendeva in braccio e lo portava a spasso per le cucine.
Valentino ha trovato tanti amici lungo il cammino, pellegrini e non, che lo hanno coccolato e divertito.
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Sulla strada

Il nostro viaggio è sembrato a molti un azzardo. In realtà, secondo noi, solamente si discosta dall'odierno stile di puericultura, dettato più da interessi commerciali che dalla ragione o dai ritmi della Natura. Questa esperienza ci ha insegnato che molti dei bisogni dei bambini che ci frenano di fronte al viaggiare, sono falsi. Se le comodità di oggi rendono schiavi, noi preferiamo ricordare come i nostri nonni hanno allevato i loro bambini.
Dello stesso parere sono i genitori di Ronja, una stupenda bimba tedesca incontrata sul "Camino" che ha cominciato il suo viaggio dal centro della Francia a 3 mesi, viaggiando in una carrozzina modificata come "fuoristrada" e spinta a piedi dai genitori, giungendo a Santiago dopo 4 mesi.
Con la famiglia di Ronja (che oggi ha 2 anni e mezzo) siamo andati in vacanza quest'estate, pedalando in Slovenia per una settimana. Nel loro carrello portabimbi, però, accanto a Ronja quest'anno c'era anche Finn (1 anno e mezzo).
Invece Valentino (2 anni e mezzo) ha avuto il trailer tutto per sé, dal momento che il nostro secondo figlio viaggia ancora ... nella pancia della mamma!

Raffaella Traniello
Andrea Deganutti
Valentino e...