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Sul Camino per Santiago
01. I Pirenei e l'inizio del Camino Frances
02. Puente la Reina - Logrono
03. Logrono - Burgos
04. Burgos - Sahagun
05. Sahagun - Astorga
06. Astorga - Vega de Valcarce
07. Vega de Valcarce - Melide
08. Melide - Santiago de Compostela

I Pirenei e l'inizio del Camino Frances

Giovedì 20 maggio 1999
5 km.

Sent-Jean Pied de Port, da questa cittadina dei Pirenei francesi avrei voluto iniziare il mio Camino. Da qui,dopo qualche chilometro di salita in mezzo alle foreste pirenaiche, si guadagna il passo di Ibaneta (1057 m) di là del quale si apre la Spagna con la sua prima regione : la Navarra. Il primo paese dopo circa 20 km è Roncisvalle (ricordate?).
Dopo 40 km tendenti alla discesa si arriva a Pamplona dove è d'obbligo una fermata.
Qui si lascia la C-135 e si imbocca la nazionale N-111, dopo 25 km di strada ondulata e trafficata, e il superamento di un colle moderatamente impegnativo, si arriva a Puente la Reina. Purtroppo questa frazione ho scelto di non percorrerla per l'inclemente tempo incontrato fin da Tolosa. Infatti non essendo provvisto di parafanghi né di provvidenziale mantellina ho deciso di non iniziare il camino con una poco salutare bagnatura. Finalmente a P.la Reina la pioggia era cessata, e seppure il cielo fosse ancora minaccioso, decisi che comunque il camino doveva in ogni modo iniziare.
Parcheggiai la macchina davanti all'ostello, mi vestii, preparai la bicicletta e preoccupato, tremante per l'emozione ma ansioso di partire, imboccai la strada per Santiago.

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Puente la Reina - Logrono

71 chilometri

Si prende per Estrella per la larga statale leggermente ondulata. Piccoli e graziosi paesini ( Lorca) appaiono e scompaiono tra le colline lungo la statale che non li attraversa mai. Quello che colpisce è la vastità del paesaggio, per lo più coltivato, accentuata dalla mancanza quasi assoluta di case isolate dai paesi.
Dopo 21 chilometri si arriva ad Estrella, sulla sinistra oltre il fiume ammirerete il quartiere antico dove ha sede anche l'Albergo del pellegrino. Passata Estrella si prosegue sulla statale, dopo una lunga, dritta ma dolce salita si arriva all'abbazia di Irache che si vede sulla sinistra; qui i monaci hanno predisposto una "fontana del vino" per i pellegrini. Si prosegue sulla statale, la strada è buona e sostanzialmente pianeggiante e il paesaggio apprezzabile. Dopo Los Arcos si arriva ad un bivio; si prende comunque a destra verso Viana, che si raggiunge dopo un tratto di salita e tornanti a picco su profonde gole; un tipo di paesaggio che si incontrerà più volte lungo il camino.
Dopo la discesa si arriva a Viana, cittadina raccolta in mezzo ad una pianura di vaste dimensioni. Ancora 8 chilometri per Logrono che si raggiunge deviando sulla sinistra dopo una piccola pineta. L'albergo si trova nel cento storico della città presso il fiume Ebro.

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Logrono - Burgos

110 chilometri

A Logrogno si cambia regione e strada. Dalla Navarra si passa alla Rioja, si lascia la N111 e si prende la N 120. La statale è larga e il traffico pur presente non è fastidioso.
Si inizia con lunghi avvallamenti che in pochi chilometri porteranno a Navarrete.
Qui la strada si inerpica decisamente, anche se per poco, poi si distende per riprendere le solite lunghe ondulazioni in mezzo ad un paesaggio che trasmette la sensazione di trovarsi in un paese molto vasto e poco abitato. Si passerà NaJera, ma la sensazione sarà di attraversare una disordinata zona commerciale disseminata ai lati della statale, una strettoia segnerà la ripresa del solito e gradevole paesaggio.
Dopo 24 chilometri di statale e qualche paesino minore si giunge a Santo Domingo de la Calzada, cittadina da non perdere dal punto di vista storico monumentale,attraversata dalla vecchia strada che rappresenta un'ottima scorciatoia; infatti dopo la visita non occorre tornare in dietro ma si prosegue congiungendosi con la statale dopo un lungo rettilineo, il passaggio proibito alle auto, è possibile con le bici.
Si entra in Castilla e si prosegue per Belorado, la strada si fa stretta e il traffico esiguo e eccetto qualche gobba, si mantiene pianeggiante. Dopo Belorado, che si passa velocemente ma di apprezzabile interesse artistico, la strada si fa più tortuosa e nervosa con qualche salitella in più che movimenta il percorso.
Si continuano ad incontrare paesini attorno alla statale, tutti meritevoli di una sosta, almeno per le guide, ma Burgos è ancora lontana e non è consigliabile arrivare troppo tardi agli ostelli in quanto i posti soprattutto nelle grandi città, si esauriscono velocemente; poi tra doccia e cena rimane sempre poco tempo per dare un'occhiata in giro.
Si giunge a Villafranca de Montes de Oca, dove il monastero rappresenta una fermata tra le più significative per i pellegrini antichi e moderni. Da qui inizia la prima vera e propria salita del camino per cui se è una giornata calda e avete poca acqua fermatevi prima di iniziare a fare rifornimento alla fontana vicina al convento.
Il Monte de Oca tempo addietro, era temuto molto dai pellegrini perché nelle sue foreste e tra le sue rocce si nascondevano feroci belve e spietati briganti.
La natura selvaggia la si apprezza tuttora e gli scenari che si aprono mentre si sale sono veramente appaganti.
Circa 8 chilometri di salita e si valica il Passo Petraja a 1150 di altitudine; si continua in piano per qualche chilometro poi giù in discesa fino a Burgos.
Burgos si annuncia al pellegrino in bici con una interminabile periferia fatta di palazzi e strade molto grandi. Si seguono costantemente le indicazioni del centro finché si costeggia il fiume sulla destra, poi si continua per Leon. Vi troverete in un viale alberato in cui si pedala molto piacevolmente mentre si presentano i monumentali palazzi di Burgos fino a vedere sulla destra la porta principale, la statua del Cid Campeador e le guglie della Cattedrale. Altri trecento metri lungo il viale e in un parco sulla destra potrete trovare nascosto nel verde l'Alberghe del Pellegrino a 480 chilometri da Santiago.

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Burgos - Sahagun

130 chilometri

Si lascia Burgos riprendendo la N120 per Leon, non si può sbagliare. La strada dapprima pianeggiante si fa vallonata poi si impenna per qualche tratto in prossimità dei paesi di Arroyo Sambol e poi Castrojeriz. Dopo questi paesi la strada diventa nuovamente pianeggiante. Le piccole vigne che caratterizzavano il paesaggio qui lasciano il posto a sterminate coltivazioni di cereali. E anche se non sembra siete su un altopiano, la strada e sempre dritta a volte avallata, il traffico quasi assente, il sole inclemente.
A Osorno la strada si divide : per Palencia e per Leon. Si prende per Leon sulla destra.
Ancora chilometri di immensi territori coltivati a cereali, qualche vigna e piccoli paesini che compaiono tra le collinette ad iniziare dai bianchi campanili poi con l'abitato fatto di casette basse bianche senza segni apparenti di vita ; poi scompaiono nuovamente.
Da non mancare una sosta nel centro di Carrion de los Condes.
Cominciano decisi avvallamenti della strada che uniti al caldo cominciano a fare sentire il desiderio di fermarsi e ristorarsi più spesso, i posti per fermarsi non mancano, da qui a Sahagun, paesini, chiese e conventi si susseguono velocemente, basta consultare le guide sul camino che si trovano in tutti gli ostelli che frequenterete.
Per raggiungere Sahagun si lascia la statale scendendo in una larga valle dove è adagiata la cittadina. Fermatevi sicuramente! E' bella la cittadina, è bello l'albergo e il vino del luogo fa apprezzare anche la semplice cucina spagnola.

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Sahagun - Astorga

100 km.

Lasciata la città dalla porta di occidente si prende ancora la N 120 per Leon.
Le strade sono pianeggianti e il paesaggio quasi monotono, ma il traffico è veramente scarso tanto che ci si può chidere se si è sbagliato strada ; niente paura: por Leon siempre!
Chi vuole può deviare per El Burgo Ranero o proseguire per Mansanilla, sono sempre una quarantina di chilometri spezzati solo dai tipici paesini a cui gli occhi si sono abituati.
Solo quando si incrocia la statale Leon-Valladolid il traffico aumenta sensibilmente.
A Mansilla de Las Mulas fermatevi a rifocillarvi e sul ponte quando lascerete la città fermatevi a vedere scorrere lentamente sotto di voi il fiume Esla, lo scenario della cittadina da quel punto fa pensare di trovarsi ancora secoli addietro.
Si continua, e l'impressione di essere prossimi a Leon si rafforza chilometro dopo chilometro; traffico, cemento, incroci intralciano sempre di più il cammino, inoltre la strada si fa più vallonata anche se rimane larga e ben segnalata.
Leon è una grande città, piena di cose da vedere ma certo il piazzale attorno alla stupenda cattedrale è una delle cose più belle che ricorderete del Camino.
Si esce da Leon ancora sulla N 120 per Astorga ; la strada dapprima sale e attraversa una zona commerciale della città; il caldo da queste parti e in questa stagione ( maggio ) si fa davvero sentire e l'asfalto nel pomeriggio sembra scottare come un termosifone. Dopo qualche chilometro si raggiunge un altipiano, qui il camino costeggia la nazionale ed è uno dei pochi punti dove viandanti e ciclisti si possono salutare e fotografare.
Si attraversano paesi degni di menzione anche perché qui ci si può rifornire di acqua, Valverde de la Virgen, San Miguel, Villadangos del Paramo, San Martin.
Dopo 30 chilometri si arriva a Hospital de Orbigo; sulla sinistra mentre attraversate il fiume Orbigo vedrete il magnifico ponte medievale. Andateci sopra, è facile arrivarci, e fermatevi un poco a pensare alle giostre tra i cavalieri che lo hanno reso famoso.
Nei pressi del ponte sulla riva occidentale si trova L'albergo del P.
E ora via, verso Astorga, ancora 15 chilometri. La strada si fa via via più vallonata e a tratti impegnativa considerando il caldo; ma il paesaggio si fa vario la pianura lascia il posto alla collina, vigne, pascoli e boschi vi accompagneranno fino ad Astorga. La salita al centro storico vi brucerà le ultime energie della giornata, ma un tramonto dal giardino del Palazzo di Gaudì vi ripagherà di ogni fatica; e la serata per le tranquille piazze del centro sarà ricordo indimenticabile.

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Astorga - Vega de Valcarce

90 km.

Ad Astorga il camino si riprende da dietro la cattedrale percorrendo la calle di San Pedro e imboccando la LE 142 per S.Colomba. Il percorso per uscire da Astorga è ben segnalato con frecce sulla strada di colore giallo, ed è consigliabile rispetto alla nazionale N VI, perché poco trafficato e perché percorre fedelmente il vecchio tragitto del camino che porterà fino alla Croce di Ferro.
La strada è pianeggiante fino a S.Colomba da qui inizia a salire dolcemente passando per S.Catalina, El ganso fino a Rabanal del camino dove è bene fermarsi per un giusto ristoro.
Fin qui il percorso si è snodato in mezzo a colline coperte da selvagge e fitte foreste,
20 chilometri dove non è raro incontrare la guardia civil che fa onore all'antico compito di proteggere i pellegrini delle insidie dei briganti.
Si prosegue nella Valle del silenzio,6 chilometri di salita non impossibile ma continua che porterà fino a Foncebadon e poi alla Croce di Ferro. Niente più foreste ma un paesaggio selvaggio e fuori dal tempo dove il silenzio entra nell'animo. Ecco il monte Irago con i suoi 1500 metri, poi La Croce di Ferro sopra il suo monticello sassoso.
Poco più in là uno dei rifugi più caratteristici incontrati. Difficile descrivere l'originalità del posto, bisogna vederlo, ma i personaggi, le musiche e la bellezza del paesaggio non mancheranno di farvi provare sensazioni uniche e irripetibili. Finito l'idillio preparatevi a tirare i freni per affrontare la ripida discesa che in 20 chilometri porta a Molinaseca e poi dopo 6 km a Ponferrada. A metà discesa si attraversa il caratteristico paesino di El Acebo,
se non avete troppa fretta fermatevi, comunque sia rallentate perché la strada non è asfaltata ma è formata da grosse pietre levigate con profondi solchi ed estremamente scivolose.
A Ponferrada si raggiunge, con il dovuto riguardo per il traffico, il centro storico;
in particolare la piazza della cattedrale dove ha sede l'ostello del P. e l'ufficio informazioni per il camino. Da lì, dopo aver passato (o visitato ) il Castello dei Templari, si riprende la N VI per Villafranca del Bierzo.
Sono 21 chilometri, pianeggianti fino a Cacabelos poi con dolci saliscendi tra colline coltivate a vigne vi portano a Villafranca del Bierzo.
Villafranca è una cittadina posta in un catino circondata completamente da alti monti che in qualche maniera occorre superare. E' caotica nella periferia per il confluire di strade importanti e molto trafficate specie da rumorosi e invadenti camion impegnati nei trasporti e nella costruzione di nuove strade ( almeno quando ci sono stato io ), invece nella parte alta, la più bella e caratteristica, si presenta silenziosa e invitante ad una sosta.
Oltre ai monumenti sacri e storici sono presenti due ostelli; uno nuovo e spartano pieno di tedeschi, l'altro caratteristico disordinato se pur ben organizzato frequentato per lo più da pellegrini di lingua latina.
Si lascia Villafranca per la N VI evitando il pericoloso tunnel, attraverso una strada sulla destra che passa nel paese. Si percorre la nazionale per circa 11 chilometri, pianeggianti ma trafficati dai famosi camion. Dopo questa distanza ad un bivio si prende sulla sinistra per Vega de Valcarce ; qui una stradina leggermente in salita che costeggia il torrente Valcarce porterà dopo 6 Km e qualche paesino a Vega de Valcarce. Fermatevi!
L'ostello non è gran chè, anzi! Però il paesino è carino e, nonostante la nazionale vi passi 50 metri sopra, tranquillo. Ma la raccomandazione è : non perdetevi la zuppa di ceci e il coniglio con patate della locale osteria (Charli) dove anche il vino non è affatto male.

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Vega de Valcarce - Melide

130 km.

Lasciata Vega de Valcarce si prosegue sulla vecchia statale per alcuni chilometri di strada leggermente in salita fino ad arrivare al paese di La Faba ; da questo punto si possono fare due strade : proseguire sulla vecchia strada fino al passo di Pietrafita e poi al Cebrero o deviare a sinistra per passare il paese di La Faba e proseguire per Laguna di Castilla. Scegliamo il secondo percorso adatto anche alle bici da strada e più fedele all'originale camino medioevale. Si scende nel paese di La Faba costeggiando il torrente Valcarce.
Dopo il paese si attraversa il torrente e la strada inizia a salire decisamente per circa sette chilometri fino al passo. A circa 3 km il bivio a destra per Laguna di Castilla, qui la salita si fa sempre più ripida e il paesaggio più impervio e incantato. Laguna di Castilla è formato da un gruppo di casette che nell'insieme ricordano più un allevamento di maiali che un paesino soprattutto per l'inconfondibile puzza. Tenetevi comunque sulla sinistra e ritroverete la solita valle con il passo di fronte a voi ; a questo punto la strada perde l'asfalto per alcune centinaia di metri ma il passo ormai è vicino. Non troverete pedoni su questa strada, ma li vedrete risalire i sentieri cinquanta metri sotto la strada nella valle sulla sinistra, con quelle scorciatoie secondo me, un buon camminatore può benissimo essere più veloce del ciclista. Ancora un po' ed il passo è superato siamo a 1300 metri si lascia il territorio di Leòn e ci si affaccia in Galizia 150 km ci separano da Santiago.
Giunti al cippo del Cebrero prendete sulla destra dopo pochi metri si incrocia la statale che, come è ben segnalato, voltando a sinistra vi direziona per Santiago.
La strada molto panoramica e suggestiva rimarrà per circa 10 km sui 1300 metri attraverso dei saliscendi che vanno percorsi con la dovuta calma per non stancare le gambe già abbastanza provate. Dopo il rifugio del Poyo posto a 1330 metri inizia la discesa, piuttosto decisa, verso Triacastela ; attenti al vento sempre presente e fastidioso.
A Triacastela, paese in discesa conviene entrare subito sulla sinistra all'interno dell'abitato dove troverete subito il rifugio; proseguendo poi per la stradina centrale ( attenti alle feritoie dei chiusini ) si percorre tutto il paese fino ad intersecare ancora la strada principale ( la general ), proseguendo per il Monastero di Somoza e per Sarria per 20 km.
Su questa strada ondulata ma ombreggiata si alternano paesini, fonti di acqua freschissima e zone predisposte per il ristoro : approfittatene!
Dopo il paesone di Sarria si imbocca la statale C535 per Portomarin. Strada in salita non molto impegnativa sempre attraverso luoghi e paesaggi molto particolari e suggestivi gli ultimi chilometri in discesa vi porteranno sulle rive dell'invaso artificiale del Mino ; poco dopo ecco Portomarin, un ponte e si è all'ingresso della cittadina. Il rifugio è situato sulla sommità del paese, alla fine del centro storico dietro la cattedrale.
Da Portomarin, scesi dal paese si prosegue dritto ( C535 ) per Santiago ed è ancora salita ; qui il cammino segue per lo più la carrozzabile e a volte la interseca.
A 10 km lungo il percorso dopo una fontana e un distributore di bibite troverete sulla sinistra il rifugio Gonzar. Ancora pochi chilometri e si incrocia la statale Lugo-Orense.
A questo punto si può scendere verso Lugo per circa 6 km poi, incrociata la statale C547 la si percorre sulla sinistra in direzione Santiago.
L'alternativa, più suggestiva, meno trafficata e più fedele al vecchio cammino e comunque percorribile con bici da strada, è rappresentata da una piccola stradina asfaltata presente sulla destra della strada per Orense a poche decine di metri dall'incrocio ( cercatela c'è! ).
Questa vi porterà attraverso 15 km di pinete, pascoli, insediamenti medioevali e saliscendi, prima al rifugio di Ligonde poi sulla C547 a 1 km da Palas de Rei.
Si prende a sinistra per Santiago, si attraversa Palas de Rei con il suo piccolo ostello sempre pieno; si prosegue sulla statale che è fatta di sali e scendi che dopo tanta strada possono risultare veramente faticosi; comunque dopo 16 chilometri si arriva a Melide.
L'ostello è capiente, circa 130 posti, e l'osteria convenzionata vi tratterà veramente bene.

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Melide - Santiago de Compostela

60 km.

Melide dista 60 chilometri circa da Santiago. E' l'ultima tappa, oggi finalmente si arriva alla meta del viaggio; cosa succederà ? come sarà la città? Mettiamoci in cammino.
Se pensate che 60 chilometri siano una sciocchezza non fatevi troppe illusioni.
I settecento chilometri, specialmente gli ultimi 130 del giorno prima, si fanno sentire
su questi ultimi chilometri che non hanno un metro di pianura ma tutti sali e scendi di uno o due chilometri, che ti costringono a cambiare ritmo decine e decine di volte.
Non vi auguro poi di pedalare con il vento e la pioggia come ho fatto io perché la cosa è ancora più faticosa ; ma sapete come è chiamata anche Santiago ? la città della pioggia !
Comunque sia incamminatevi ; il traffico non è fastidioso e comunque è quasi sempre presente la corsia d'emergenza. Cresta dopo cresta, paese dopo paese, ponte dopo ponte, segnale dopo segnale si pedala verso il termine del viaggio.
L'avvicinarsi di Santiago e l'entusiasmo che ne deriva fa davvero miracoli e ne la pioggia ne la fatica possono fermare i pellegrini che cominciano a raggrupparsi mano a mano si fa strada.
Non c'è pericolo di sbagliare strada, almeno fino a 9 chilometri dalla città. E' strano ma proprio vicino alla città la segnaletica si fa carente, ma ormai ci siete vicino.
Infatti seguendo la statale ci si trova ad una rotatoria che dritto porta all'autostrada, mentre a sinistra va all'aeroporto, ovviamente si prende quest'ultima ma poi si devia al primo incrocio sulla destra. Sempre dritto per 5 chilometri e si prende per Monte de Gozo, che è il villaggio ( grandissimo) del pellegrino.
Da questo colle appare nella sua vastità Santiago de Compostela.
Dal villaggio si scende verso il centro della città quasi istintivamente, l'arrivo nel centro storico è comunque ben segnalato e non vi sono difficoltà logistiche per arrivare alla cattedrale ; il traffico pur intenso, quasi da metropoli, non impensierisce; forse sono gli abitanti che hanno un antico rispetto per il pellegrino o, più facilmente l'incoscienza che genera la felicità di una vittoria, ma tutte le strade sembrano magicamente sgombre per il trionfale passaggio dei pellegrini.
L'arrivo nella bellissima piazza della maestosa cattedrale, tra migliaia di pellegrini e visitatori, può indurre sentimenti contrastanti. Dopo i primi minuti di ubriacante contentezza si può sempre più sentire un leggero disagio che cresce fino a diventare un vero fastidio dovuto all'improvviso clamore e alla confusione generati dalla folla.
Dopo giorni di apprezzata solitudine, di silenzio rotto solo dal vento e dalle acque, da rare parole di paese, il frenetico movimento e il vociare fragoroso dei turisti stona con lo spirito del mio pellegrinare.
Il camino è concluso, ora si deve tornare a casa con i meravigliosi ricordi di questa avventura, di quello che è stato l'ultimo viaggio felice della mia vita.

Se vuoi ancora notizie sul ciclismo spagnolo ti consiglio questo link:
http://www.amigosdelciclismo.com

Ciao, al prossimo itinerario.

farlotti@libero.it