http://utenti.lycos.it/decemic/diario.doc
Partenza alle ore 5.00 da casa Martinengo, con mezz'ora di ritardo. Il viaggio è andato tutto ok con Depi che si fa 1.000 Km non-stop alla guida.
Il gruppo formato da:
1. DANIELE
2. GIORDANO
3. SILVIA
4. CIPO (ALESSANDRO)
5. FISICO (CRISTIAN)
6. DEPI (MICHELE)
7. P. CESARE
8. LEONIDA
9. PATTY
ha dormito in un campeggio francese, vicino all'autostrada.
Il secondo gruppo formato da Iggiu (Alessandro), Valerio, e Covino è partito da Desio alle ore 12.45 in anticipo di 15 minuti; ha pernottato sul treno Ventimiglia-Irun scendendo a Pau.
Il ricongiungimento dei 2 gruppi è avvenuto alle ore 9.45 (con mezz'ora di ritardo) presso la stazione di Pau.
I tre si sono lavati un po' all'albanese nei cessi della stazione e poi poiché bisognava partire da St.Oloron, Patty, Martin e Silvia hanno proceduto in treno mentre tutti gli altri in pulmino.
Da St.Oloron a Jaca 4 temerari (Giordano, Fildi, Valerio e Covino) hanno fatto il tappone pirenaico con ben un colle da scalare (hors categorie).
Fildi conquista la prima maglia gialla a pois con l'intento di difenderla nei giorni a venire. Vedremo.
Alla sera alloggiamo all'hotel dei peregrinos per 300 pst a cranio e porta che chiude alle 23.00.
Arriviamo appena in tempo prima che il vecchio ci chiuda in faccia Conosciamo il giapponese padrone della Sony; camerone unico con docce gelate e Daniele che nella notte bestemmia contro i cani che si sentono abbaiare fuori.
Colazione in strada sul marciapiede sotto la cattedrale; primi problemi con le bici di Covino e Cipo che partono in ritardo per andare dal ciclista. Depi è in bici (guida Iggiu) ma alla sera sta male. Mangiamo all'abbeveratoio del paese; nervosismo a manetta e prima riunione chiarificatrice: dubbio di p. Cesare tra pellegrinaggio o itinerario. Il fornellino non funge bene ma una signora del paese ci cucina il sugo.
Alla sera arriviamo a Itzco in un albergo hors categorie per sole 4.000 pst; però dobbiamo pulire.
Alla sera mangiamo pastina e pollo buonissimi. Temporale e messa nella chiesina del paese, con la Patty che non sta benissimo.
Eravamo arrivati a Sanguesa (con case con i cornicioni di legno spaziali) ma non ci hanno voluti. Depi è in coma: 39 di febbre.
Tappa massacrante con arrivo ad Estella dove, come il giorno prima, non abbiamo trovato posto. Depi vuole tornare a casa. Daniele arriva stremato a Estella appoggiandosi ad un albero; mangiamo qualcosa su tre panchine vicino al fiume; nervosismo a stramanetta con p. Cesare che fa una telefonata per il prossimo rifugio; il gestore gli dice che è muy gentile.
Carichiamo le bici e quattro temerari proseguono verso Los Arcos sotto il sole cocente. Troviamo accoglienza nella famiglia Addams; mangiamo alle 17.30 in una depandance piena di mosche, formiche e qualche topo (di cui si sentiva l'odore di piscia).
Ci rallegriamo quando Silvia arriva con il buono per 12 docce alla piscina comunale.
Mangiamo alle 10.30 dopo aver sentito messa e il parroco che suona l'organo. Mangiamo sotto lo sguardo attento dei due addams che non vogliono lasciarci soli.
Paghiamo 11.000 pst, un'enormità. Depi è in coma profondo e ormai parla di intercity.
Giornata di semiriposo con tappa di 20 km e arrivo in mattinata trasferimento veloce in piscina comprata a suon di miliardi (era gratis).
Conosciuta Trini e Yolanda, grande amore di Cipo. Mangiamo panini e mosche. Depi va dal dottore e comincia la cura di antibiotici asteroidi anabolizzanti.
Primo incontro ufficiale sul libro di Arturo Paoli con relativa discussione; Covino espone la sua teoria di "mens sana in corpore sano".
Alla sera mangiamo melone (tanto per cambiare) e poi arrivano le amiche di Cipo.
Conosciamo Sara il gestore del rifugio che vuole Luis Alberto o Fisico non si capisce bene.
Cipo sparisce tutta la notte e non dorme in albergo; chiedere a lui per ulteriori spiegazioni. Anche Daniele non dorme in albergo ma non si capisce dove dorme. C'è 'Demolition man' che rompe i coioni e che non fa dormire.
Giornata tipo con arrivo alle 12.00 . Mangiamo al ristorante la paella buonissima. C'è un sole spaccapelle pomeriggio siesta di tre ore con Covino che ha trentasette di febbre. Visita al pueblo; incontro alle ore 18.30 con interessanti osservazioni di Silvia che non ha parlato e Iggiu che non vuole pagare alla romana in pizzeria .
All'incontro manca Cipo perché le sue amiche hanno fatto 60 km per venire a trovarlo.
Mangiamo alle 21.30 la pasta con zucchine; occupiamo la cucina con un ospite marocchino. Giro della città poi a letto. Nel pomeriggio poi c'è una gradita sorpresa con due infermiere che fanno gratis i massaggi ai pellegrini. Iggiu, Daniele, Cipo, Valerio e Fisico si sottopongono alla dolci cure, ma Daniele si fa massaggiare solo il polpaccio destro, non quello sinistro dolorante: un errore che pagherà caro nel seguito del viaggio.
L'albergo dei peregrinos situato in posizione centrale consta di un capannone tipo zio Valentino; i letti sono delle tavolozze di legno e quel rompiballe del gestore ci ha piazzati praticamente uno sopra l'altro.
Tappa molto movimentata e ventilata. Daniele tenta di ingrassare la catena della bici con la crema abbronzante ma non sa che più di così la catena non diventa scura! Martino, sempre lui, in un momento di nervosismo tira una pedata alla bici di Silvia; pochi secondi dopo si trova davanti Iggiu che viene messo al tappeto da una sberla sull'occhio e una pedata nel culo. Pochi minuti di smarrimento e tutto ritorna normale ... o quasi.
Dopo soli 2 km e l'intervento diplomatico di Giordano che va a consolare Daniele sotto il cartello stradale, Daniele si ferma in preda a violenti dolori muscolari. E qui sembra finita la sua avventura in bici. Alle 14.20 arrivo a Burgos, ma non ci troviamo subito: in tre ci dirigiamo al parco dove c'è il rifugio e ci addormentiamo .
Pranziamo al ristorante vicino all'università; visita alla città e trasloco a Villarbilla dove ci viene assegnato un piccolo appartamento. Serata mondana a Burgos.
Covens ha 39.5 di febbre; abbiamo visto in diretta la morte di un cane e abbiamo rincontrato il giapponese.
L'appartamento consta di tre locali spaziosi e quasi illuminati; il bagno spazioso con arredamento moderno con tazza e semivasca. Anche box-biciclette.
Daniele dopo una lunga nottata fatta di ripensamenti si decide: "Giordano, io nonne posso più, me ne torno a casa "; rimarrà con noi; infatti non ha superato la prova che gli avrebbe permesso di tornare a casa in treno (cosa che lui desiderava dall'inizio): non sapeva dire 'binario' in spagnolo.
Nel frattempo però riesce lo stesso a fare disperare Leonida che dopo mezz'ora di preparativi si stava apprestando a mangiare la sua insalata con i cetriolini: un suo movimento poco ballerino lo ha fatto ribaltare insieme alla sua insalatina; risultato: Leo non mangia la sua insalata, il pavimento è da pulire e Daniele si dispera.
Leonida disse "l'amore fa passare il tempo, ma anche il tempo fa passare l'amore".
Giornata di trasferimento alzata alle 9.30 con colazione e messa alle 11 meno 10. Sono le undici e Daniele non partecipa alla messa .
Pranzo con aglio olio e peperoncino e bistecca alla pizzaiola. Poi alcuni proseguono in treno ed altri in pulmino: appuntamento alla stazione di Leon.
Purtroppo la giornata è stata terribile; al km 40 il pulmino comincia a sbandare paurosamente: probabilmente la crociera dell'albero di trasmissione si è sputtanata (su diagnosi di Edo fattaci al telefono più tardi).
Ci fermiamo da Hermanno Sanchez detto 'el chico' che ci spilla 1.000 pst per aver guardato le ruote.
Arriviamo a Leon alle 18.30 (con due ore di ritardo): nel trasferimento all'hotel ci perdiamo in bicicletta e ci dobbiamo ritrovare tutti in cattedrale. Perdiamo un'altra ora.
Mangiamo al Burghi spagnolo. L'albergo è bueno: gratis dieci docce, un lavandino otturato e notte alla ghiaccio con Depi e Covino che dormono in cucina (ma alle sei del mattino dovranno sloggiare). L'albergo assomiglia molto al nostro oratorio, al cortile del nostro oratorio.
Alle otto ci sbattono fuori dall'albergo.
Ci hanno sbattuti fuori alle otto precise dall'albergo dei peregrini di Leon. Siamo stati una mezz'oretta fuori della chiesa a prendere il primo sole e tanto freddo mentre i due frati e Patty erano a dire le lodi. Colazione al bar mentre Giordano e Depi hanno portato a far vedere un'altra volta il pulmino da un chico che ci ha spillato 1200 pst... anzi no! Gli ha rifatto la bilanciatura alle ruote.
Iggiu e Valerio hanno fatto aggiustare le bici e precisamente quella di Leonida, che aveva un freno malregolato, e quella di Valerio che, per la modica cifra di 4000 pst, ha dovuto subire la sostituzione di ben 2 pedali e degli ingranaggi dei pedali.
Visita alla cattedrale, cambio dei soldi in banca (eravamo a secca di pst) e partenza per 5 km in bici. Siamo arrivati verso la una circa del pomeriggio alla periferia di Leon in una specie di parchetto con delle panchine e dei tavoli in pietra.
Pranzo con pane e affettati vari.
Partita a football americano tra le due squadre così composte: Covino Fisico Depi e Iggiu Cipo Valerio. Il risultato è stato di 24 a 12 per la prima squadra, ma una meta di Fisico è dubbia in quanto ha schiaffeggiato Cipo con un ramo di un albero.
Partenza verso le 15.30 per una tappa di tutto riposo. Giordano disse: "dai 10 km ad un massimo di 21 km". Ne abbiamo fatti 58, ma la cosa più importante è stato il rientro di Daniele nel gran premio di bicicletta di Spagna.
La camionetta sta sempre peggio e giunti ad Astorga Depi ha trovato Angelino che gestisce un servizio autorizzato Fiat e trova subito il danno: si tratta di una perdita di grasso dovuta alla rottura delle guarnizioni che coprono i cuscinetti del semiasse... (per ulteriori spiegazioni chiedere a Depi).
Ad Astorga viene visitata la cattedrale e l'atrio del palazzo episcopale ma non il resto del museo perché non avevamo i soldi.
Ad Astorga l'albergo del pellegrino è al completo così dirottiamo su Santa Catilina che possiede un confortevolissimo albergo del pellegrino situato vicino ad una collina.
L'albergo prevede: un'elegante mansarda adibita come zona notte con 18 posti letto (9 letti a castello), 2 bagni, 2 docce (con acqua fredda) la scala e l'antibagno.
Mentre Daniele decide ancora una volta di abbandonare la bicicletta ad 1 km dalla fine, il resto del gruppo arriva all'albergo del pellegrino, dove un gruppo di ragazzi sta giocando ad uno strano gioco. Si tratta di tirare dei mattoni su dei birilli di legno disposti in verticale e sostenuti dal fango.
Cena con risotto fatto da Cipo, coste, melone e bistecche, in compagnia di un pellegrino spagnolo.
Fissato match di calcio per il giorno dopo con i ragazzi che prima giocavano con i birilli.
Messa e lavaggio dei piatti nel cesso mentre gli altri pellegrini cercano di dormire.
Alla mattina quando eravamo ancora a Leon, Daniele che dorme sul pulmino con Silvia si sveglia e dice: "per me non ce la fanno". Tutti cercano di capire a chi si riferisce: forse a Cipo che il giorno prima arrancava in bici; in realtà dopo mezz'ora è lui steso che dice "non so se ce la fanno a finire i lavori per il gran premio di Monza.".
Ci siamo svegliati alle 9 come sempre gli altri erano già partiti. Abbiamo detto le lodi insieme con i libretti che D. Roberto ci ha regalato.
Depi e Covino sono andati da Angelino ad aggiustare il furgone; costo 18.300 pst. Adesso è una bomba! Dopo colazione concerto di Pino-Leonida in camera da letto. Poi partita a foot-ball.
Mangiamo alle 12.30 peperonata di primo di secondo e pure di postre. Pomeriggio siesta e partenza alle 15.30 per tappa di 10 km.
Fra Cesare e Patty a piedi mentre Depi riprende in mano la bici che non mollerà più (o quasi).
Alloggio in casa municipale per 200 pst a cranio: 7 al piano terra e 5 in alto.
Mangiamo peperonata con pasta all'albanese fuori dall'ostello e scacciamo 2000 mosche che si erano rifugiate nella camionetta.
Daniele si è fatto la prima pugnetta spagnola.
Incontro soporifero con grandissimo show di Fisico che davanti ai frati ci fa vergognare di essere suoi amici. La notte è stata disturbata da un trombone che ha russato tutta la notte.
Daniele inveisce contro gli studenti che non fanno un 'casso' mentre lui i soldi se li guadagna con la "fronte del sudore ". Incontriamo Dario argento e il suo amico.
Tappone dolomitico: dopo colazione all'albanese fuori dal rifugio partenza in salita con 1° Fisico; scollinamento e discesa con primi Valerio e Depi; il gruppo segue . Cipo con la camioneta torna a Santa Catilina a recuperare i libretti che D. Roberto ci ha regalato. Da oggi la camionetta non frena più bene come prima ... mah... Arrivo alle 13.30 dopo aver attraversato una strada appena asfaltata che ci ha sporcato tutte le magliette.
Daniele ha mollato la Doniseli: nonne poteva più (gli dispiace per Gianpietro Stucchi).
Arrivo a Cacabelos e pranzo faraonico per 1.000 pst al ristorante con una marmitta di lenticchie; inoltre Daniele non mangia i pulpi e li lascia sul piatto: è una vergogna.(ma la colpa è di chi diceva che non ce la faceva).
Partitella a calcetto Italia-Spagna: una vinta e un'altra persa. Cena casereccia sotto il portico della palestra e passeggiata per Cacabelos per mangiare il gelato.
Dormiamo negli spogliatoi di una palestra comunale in 10 in una stanza di 4x3 , Daniele dorme nell'anticesso con la sua valigia da emigrante come cuscino; mentre i due frati dormono fuori.
Secondo tappone di montagna tipo Mortirolo. Si sale a 1.300 metri dove ci aspetta la camioneta con il pranzo quasi pronto. La salita ha fatto selezione: Fisico sempre davanti mentre Iggiu e Cipo sono in coda.
Il pomeriggio è passato all'insegna del fancazzismo nell'attesa che alle 16 aprisse l'albergo dei peregrinos.
Come è ormai consuetudine, accettano prima le persone a piedi e poi se avanza posto quelli in bicicletta. Per ora siamo in una sala d'attesa aspettando che ci dicano se avanzeranno letti.
Cipo stamattina le prende dal Martin mentre eravamo ancora a letto. Stiamo aspettando per colpa di una donna bionda che Fisico ha beffeggiato sul camino e che ha giurato di non averci visto lungo la strada. Mangiamo ancora all'albanese pasta e zucchine sotto il fontanone e ne diamo anche al pellegrino (quello di Santa Catilina) che dice di essere professore di filosofia e ci difende con la bionda. Iggiu perde le chiavi del furgoncino e poi si scopre che è Giordano che le ha nel marsupio.
Incontro bomba di due ore con cazziatone di p. Cesare che rimprovera un po' la nostra condotta spirituale di chiusura nei suoi confronti e di xs.
Chiusura amara anche per il diario: forse ha ragione.
Il posto dove dormiamo è bello con stanzette da quattro posti; noi siamo nella sala d'attesa e dormiamo per terra per colpa della macchina d'appojo.
Alla fine ci hanno ospitato nell'atrio, con tutti gli spagnoli che ci pigliano per il culo e ci guardano mentre passano. Mangia con noi Ana, custode del rifugio e Leonida si illude che si è innamorata di lui. Oggi è la notte di San Lorenzo: stelle cadenti viste: zero.
Siamo svegliati dalle grida di padre Cesare che dice: "Ci stanno mangiando tutta la colazione ": era vero.
Durante la notte tutti gli spagnoli ci hanno rubato tutti gli alimenti e usato le nostre tazzine che noi poi abbiamo dovuto lavare. Ce ne andiamo indignati e con la coda tra le gambe.
Tappa nervosa con saliscendi continui . Pranziamo al ristorante pasta e insalata per 650 pst e poi beviamo sangria e guardiamo giornali quasi porno.
Arriviamo a Barbadellos e troviamo un rifugio di fortuna: ci aspetta la seconda notte all'addiaccio: speriamo almeno che ci siano le stelle cadenti. La serata è bella, non fa freddo e si sta benone; un'altra notte è quasi passata: nonne possiamo più.
Dimenticavo: stasera aglio olio e peperoncino; a pranzo abbiamo mangiato pasta; ieri sera pasta; ieri pomeriggio pasta . Domani ... pasta! Basta pasta.
Alcuni sono andati al monastero con la camioneta e si sono portati via la pasta: stasera forse non si mangia la pasta; anzi forse non si mangia niente. No, invece mangiamo pasta e abbiamo invitato a cena anche alcuni pellegrini e ad un cane.
Alla sera giro in città e a letto sotto una specie di tetto di cemento armato .
Prestiamo la cacerola a dei ragazzi di Madrid.
Ci siamo svegliati alle otto; colazione con le vespe e partenza alle 9,00 per Portomarino. Diamo un passaggio alla chicas spagnola che ha la tendinite; Covino guida la camionetta per la prima volta perché Fisico non se la sente. La tappa è molto impegnativa tutta sterrata e pena di merda sui sentieri. Visita a Promotioportomarino con incontro del camper veronese, foto sul ponte spaziale e ripartenza per 11 km per Ventas dove c'è un rifugio de pelegrinos. Pranzo con pane e affettato e attesa fino alle 16.00 quando apre il rifugio.
Alle 16.00 ci dicono che non possiamo entrare fino alle 20.00 perché abbiamo l'appojo.
Ci sistemiamo nel salotto dove padre Cesare ci intrattiene con le sue esperienze più divertenti; incontro di formazione.
Per grazia ricevuta la custode dell'albergo dei peregrinos mossa da compassione ci concede di sistemarci alle 18.30 in camera. Il rifugio è bellissimo ha la cucina e due camerate in arredamento rustico. La doccia è muy caliente (finalmente) anche se scende poca acqua.
Daniele si è fatto la barba lasciandosi i baffi: sembra un marsigliese.
Oggi Daniele ha fatto la sua dichiarazione sulla vacanza: "qua va a finire che ci prendiamo tutti a botte tra di noi"; mangiamo risotto e poi alcuni giocano a carte. Martin-calogero vince la sfida a braccio di ferro con Fildi ma perde con Giordano.
Ci siamo svegliati alle 7.30 perché il rifugio chiude alle 8.00; però la tizia non arriva e dunque il rifugio l'abbiamo comprato noi. Ce ne andiamo. Tappa nervosa: troppi saliscendi; Leo e Patty vanno a piedi. I componenti della camioneta vedono la corsa dei tori ad Arzua e rivedono Dario argento; il pueblo è pieno di ubriachi perché la notte prima c'è stato un concerto.
Mangiamo per 900 pst al ristorante poi gran premio.
Pomeriggio cazzeggio sul prato del rifugio vicino al torrente. Fino alle 8.30 non sappiamo se entriamo ( gli altri come sempre ci guardano male ). Messa e incontro.
Entriamo nel rifugio: è bello e ci danno una casetta con letti a castello in legno. Anche per oggi è andata. Minchia! Ci stiamo una settimana.
Il Martin ha ancora i baffi e continua a chiedere: "ma cosa sono io? un pezzo di merda che nessuno mi caga? " La risposta è sempre sì.
Stasera pasta al rifugio e formaggio a più non posso. Poi concerto rock ad Ardua.
Il rifugio consta di 5 o 6 casette con interno rivestito di legno, cessi comunitari puliti con acqua calda a volontà, il tutto in un ampio prato verde con un torrente vicino; decidiamo di fermarci un mese! Concerto bis di Leonida. Cipo disse "nonne posso più" e ripensa a Yolanda. Facciamo pure l'incontro e la messa con il pescatore che durante la consacrazione grida al pesce scappato: " Tua madre es una gran puta ".
Levataccia alle ore 8.00 circa, colazione; carichiamo il pulmino e dopo mezz'ora facciamo una foto sopra il ponticello del ruscello; partiamo per una tappa molto breve alla volta di Santiago.
Prima della partenza arriva il pellegrino scroccone-filosofo che ci saluta come solo lui sa fare.
La tappa si compie nell'arco di tre ore dove il gruppo da il tutto per tutto.
Dopo circa 4 km il gruppo si divide in due: Cipo, Fisico, Iggiu e Giordano che fanno lo sterrato mentre Depi, Valerio, Covino e Silvia fanno l'asfalto.
Si arriva a 4 km circa da Santiago, vengono caricate le bici e si va, non si capisce perché, a gruppetti a piedi. Si arriva a Santiago alle 10 circa; pranzo con pane e affettato, shopping e visita alla città ed incontro nella cattedrale con Dario Argento ed il suo amico: ci si saluta tutti contenti e ci si da appuntamento all'anno prossimo.
Alcuni vanno in stazione per gli orari, altri restano in città per il ritiro dei diplomi dei pellegrini: è fatta! Si arriva verso le 19.00 circa al rifugio dei peregrinos. E' un bellissimo complesso di palafitte con totale di 3.000 posti circa. Si pensava che più ci si avvicinava a Santiago e più sarebbe stato difficile trovare posto da dormire; e invece è stato il contrario. Il gruppo che resta in città nel pomeriggio reincontra la stronza spagnola che a o Cebreiro non voleva farci entrare.
Doccia in albergo e poi si va a mangiare in paese. Cipo è contento perché si va a mangiare la paella al ragù. Per mezz'ora in giro per il pueblo con Leo incazzato come una biscia in cerca di un ristorante; polemiche anche all'ultimo giorno.
Troviamo un ristorante dove per 800 pst ci danno spaghetti e ciulada. Breve giro in piazza della cattedrale e ritorno al rifugio per la notte. Sul pulmino eravamo in dodici più le bici.
Sveglia alle 8.00 perché i frati devono andare a prendere il treno alle 9.04 per Lourdes.
Fildi e non solo lui passa la notte in bianco a causa della tensione dovuta alle decisive riflessioni di Cipo e al pesante russare di Depi.
Alle 6.00 Fisico era già pronto con la valigia e lo zainetto in quanto Cipo aveva deciso.
I frati salutano tutti a loro modo, tirando l'alluce del piede di ciascuno che dormiva.
In stazione vanno Giordano, Patty, Fildi, Cipo e ovviamente i due frati.
Non si capisce perché vadano anche Cipo e Fildi ma forse è giusto così.
Malinconico saluto e ritorno in albergo. Fildi chiede tutto per il suo viaggio
- partenza da Santiago ore 14.30
- arrivo a Orense alle ore 16.30
- partenza da Orense per Barça ore 16.30
- arrivo a Barcellona alle 10.20
- partenza da Barcellona per Genova alle 19.40
La mattina si svolge all'insegna del cazzeggio, shopping e messa fuffa di precetto. Reincontro del peregrino scroccone che saluta Iggiu con 5 bastonate sul polpaccio durante il credo.
Breve pranzetto fai da te; accompagniamo Fisico in stazione; ormai Fildi è nervosissimo (convinto di arrivare sano e salvo per Giovedì) e reincontro alle 13.30 in piazza cattedrale.
Partenza per l'oceano sul percorso della Galizia gaelica, con il mitico Miguelon Indurain dietro a noi di 10 minuti. Arrivo all'oceano alle 15.30; spiaggia schifosa e acqua fredda.
Spostamento più avanti in una baia con scogliera con uomini nudi e donne in topless. Decidiamo di fermarci una settimana! Sullo sfondo l'infinità dell'oceano. Daniele vede pure un delfino.
Al ristorante prima di mangiare Cipo sfida Daniele a braccio di ferro con la scommessa per andare a Viana.
Il match è equilibrato, ma alla quinta alzata di baffo destro Daniele disse: "toglietemi il cappellino"; aveva capito che era giunta l'ora per sferrare l'attacco finale.
Cipo cedeva man mano: alle 20.17 il braccio di Cipo si deformava in modo innaturale fino a toccare il tavolo. Daniele si rimetteva a posto i baffi che ormai si confondevano con le sopracciglia ed esultava: dopo Fildi anche Cipo cadeva di fronte al Marsigliese.
Mangiamo paella, merluzzo alla romana calamari e insalate per 1.000 pst., siamo serviti dalla cameriera di nome Bea e Iggiu si innamora. Torniamo alle 11 al monte Gozo, dove pernotta anche la squadra della Motorola.
Daniele è un po' teso e preoccupato per il viaggio e lo si capisce quando Silvia parla di zanzare e lui subito ne ammazza una con una manata sul petto. SCIAFFH !!
Inoltre non riesce a dormire e dice: "mi preoccupo di tutto"; " Non sono un uomo che cambia idea facilmente "; poi si addormenta ansimando.
Stamattina alle 5.15 si sveglia e per mezz'ora entra ed esce dalla stanzetta; all'ennesimo rimbrotto di Giordano lui sbotta: "Non riesco ad andare di corpo: colpa dell'acqua e limone di ieri sera che mi ha ristretto un po' il culo".
Partenza alle 7.15 con preghierina.
Per ora viaggiamo. Ore 9.00 sosta per gasolio e colazione: Iggiu vince alla macchinetta dopo tanto perdere. I cessi fanno letteralmente cagare.
Ore 10,20 Cipo chiede: "Depi ti puoi fermare un attimo?". Depi:"Non posso".
Cipo: "Puoi fermarti?". Depi: "No, qui non posso!"; "Va beh! Allora sbocco fuori dal finestrino" e subito ci si ferma! Siamo fermi da cinque minuti: si suggeriscono 2 dita in bocca. Ripartiamo alle 10.24 con Cipo che viaggia alla ACE Ventura: testa fuori dal finestrino. Ha perso tutto d'un colpo l'abbronzatura che ha curato per tutta la vacanza.
Ore 10.43 Cipo sbocca a Villafranca e la guardia civile vuole multarlo. Per Daniele la colpa è del mare freddo di ieri e lui continua a non andare di corpo.
Sbocca con su gli occhiali da sole (non si era mai visto e ciò rasenta la bestemmia) davanti all'hotel LA CAROLA. Risaliti in pulmino Cipo dice: "Depi, guido io!". Tutti fanno finta di non aver sentito.
Alle ore 18.30 arriviamo a Viana, accontentando il bagaglio di bordo (Cipo) che vuole vedere la sua bella. All'arrivo in piscina accoglienza scintillosa, soprattutto per il baffo.
Notizie contrastanti sulla presenza o meno di Yolanda in paese.
Cipo la cerca per il paese, dopo un quarto d'ora torna con la solita faccia da cadavere che ormai lo accompagna dal mattino e dice: "Possiamo andare".
Intelligenti pauca.
Si prosegue e mangiamo a Roncisvalle con le ultime pesetas rimaste. Passiamo la notte in maniera veramente pietosa: l'unico che se la passa bene è Cipile che trova il suo ambiente naturale tra gli altri bagagli.
Nessuna sosta durante il viaggio, ci arrangiamo; tre letti a castello: pavimento, sedile, bagagliaio.
L'unico che non dorme è Daniele che dice: "Io di notte quando viaggio non dormo mai": era vero, o quasi!
Fino alle tre di notte guida Depi (fortuna che tutti dormono e nessuno vede); poi prende il volante Iggiu mentre tutti sono addormentati e anche lui non scherza; alle sei Giordano capisce che per l'incolumità di tutti è meglio che guidi lui.
Colazione in Francia, ormai non abbiamo più soldi e non sappiamo cosa mangeremo a pranzo.
Forse si avvererà la profezia di Daniele: "qua va a finire che ci prendiamo tutti a botte tra di noi". Siamo arrivati a Bellusco alle ore 18.30: Fisico ci aspettava in piazza.
GAUDEMOS
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